Che bello il "mercatino"
Finalmente vanno di moda anche in Italia, quei deliziosi mercatini, che una trentina di anni or sono si "gustavano" solo passando oltre la frontiera. Ci siamo finalmente emancipati dall'insana smania di spazzare via tutto, per dare spazio alle cucine all'americana, quelle di formica lucida.
Adesso possiamo riscoprire anche noi le vecchie e belle cose, rimaste ammucchiate in scantinati e soffitte. A molti piacciono ancora, perchè le ricordano, altri invece le scoprono per la prima volta.
Ricche di patina vecchiotta ci lasciano ancora sognare e sono rassicuranti. Sì perché oggi, le pesanti conche e gli ingombranti bauli, non sono più oggetti d'uso comune, vengono classificati come "complementi d'arredo".
Anche se, ai minimalisti, l'argomento non interessa, i mercatini dell'antiquariato, o meglio "delle pulci" si riempiono ogni volta di colorati e nostalgici personaggi, alla ricerca di pezzi evocativi o da collezione. Ebbene, anche io li frequento, nella duplice veste di venditore ed acquirente.
Si può dire che, ormai per ogni fine settimana, ne vengono proposti, in città e paesi talvolta vicini, creando imbarazzo nel scegliere l'uno o l'altro per andare a vendere o a curiosare un po'. Per gli espositori ci sono quelli più ambiti, in città importanti o proposti da più vecchia data e per questo con importanza storica maggiore. Ci sono quelli organizzati in date ricorrenti e speciali, che assumono l'importante appellativo di "Fiera dell'antiquariato" ma che in effetti sono dedicati agli hobbisti, con poca disponibilità economica... Comunque tutte le occasioni sono buone per far pagare una consistente quota di stazionamento agli espositori che, a partire dalle prime ore del mattino, si mettono in strada con mezzi stracarichi di oggetti, più o meno ammaccati, spesso già avvezzi a soffrire i disagi di un lungo viaggio.
Spesso mi domando quale destino attende certi oggetti che vedo esposti, ma davvero c'è qualche persona disposta ad acquistarli?
Sicuramente sì e da quel momento assurgeranno a miglior vita e maggiore considerazione, magari esibiti, in bella mostra, per dare carattere ad un arredamento "troppo anonimo"
Fascino d'altri tempi che parla di miseria (per chi l'ha vissuta e la ricorda) ma tutto, fortunatamente, è relativo. Certe delle cose esposte hanno un grande valore, magari non sempre riconosciuto dal "mercante" che talvolta è senza esperienza.
Capita ancora, per questa improvvisazione generale, di fare acquisti fortunati. Facilmente, però, avviene il contrario, infatti ci si espone spesso a prendere fregature colossali. Diffidate da chi non ha un listino prezzi scritto e non pone cifre, ben leggibili, sul pezzo in vendita. Chi compra si lascia tradire dallo sguardo voglioso e interessato, se il prezzo non è esposto, il venditore, disonesto, spesso ci prova e "spara". Comunque, per fare acquisti fortunati deve esserci una grande preparazione da parte dell'acquirente.
Tra le bancarelle, spesso si notano sguardi frastornati dallo stupore, dal bagliore di certi oggetti e dalla quantità delle mercanzie presenti. Tutto può ricordare aneddoti personali o creare curiosità per l'uso di quello o quell'altro "strano aggeggio" Per evitare spiegazioni inutili e noiose, oltre al prezzo visibile, a lato degli oggetti più strani o sconosciuti, io espongo una spiegazione sommaria dell'originario uso al quale era destinato, almeno mi interpellano soltanto coloro che sono veramente interessati all'acquisto e posso continuare la mia lettura, fra una vendita e l'altra.
Infatti, una volta che il banco è allestito, la giornata è lunga da trascorrere e sono molti coloro che passano il tempo assorti in lettura, particolarmente quelli che espongono le loro cose abitualmente, hanno un metodo e sono piuttosto organizzati nelle diverse funzioni di allestimento e disallestimento della propria "bottega"
Comunque, quello dei "mercatini delle pulci" è un piacevole ambiente di lavoro, non ci sono rivalità fra "concorrenti" visto che ogni espositore propone cose diverse, anche se simili; nonostante ci sia chi si specializza in un unico genere, ci può sempre essere la sorpresa di accostamenti bizzarri e disarmonici, che spesso, strappano un sorriso. Quello che io non ho e non avrò mai, nonostante le numerose fiere e partecipazioni, è la capacità di trasportare cose fragili, senza fare, ogni volta, irreparabili danni. Invidio tanto chi porta lampadari, cristalli e porcellane, ai mercatini, senza doversene pentire. Per come sono fatto io, ritengo sia preferibile trattare oggetti piccoli, pesanti e decisamente molto robusti.
Le foto sono state scattate al mercatino di Pieve di Teco, sopra ad Albenga (SV)
i contenuti sono stati forniti da Carlo, che ama definirsi: "ambulante di cose vecchie"
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