Zia Marta inverno

Zia Marta inverno

lunedì 11 novembre 2013

Pane dei Templari

Una versione "dolce"

Dolce pane dei Templari
Il mese scorso, parlando dell'alloro, ho raccontato del "Pane dei Templari" e mi sono dilungata spiegando la ricetta (ecco il precedente post).
Con lo stesso spirito, se vogliamo dirlo "di riciclo" ho provato a confezionare una versione "dolce" da proporre domenica al pranzo di Zia Marta. I commenti sono stati molteplici e un po' discordanti tra loro. Alla fine abbiamo tolto di mezzo il piatto, per impedire ad alcuni di finirlo facendo indigestione; pare ci siano persone dipendenti dal sapore dell'alloro, infatti, quando lo percepiscono, finiscono sempre per abbuffarsi, eppure non mi risulta che dia assuefazione.

Dicevamo già allora che, lasciando spazio alla fantasia e alla casualità, si possono preparare deliziosi dolcetti... Nell'impasto rimangono gli ingredienti di base: farina e uova; è d'obbligo la foglia di alloro su cui appoggiare l'impasto, ma il resto cambia, rispetto alla versione salata, che prevede salumi e formaggio. Apriamo dunque armadi e stipetti per recuperare gli ingredienti.
Non che tutto sia lasciato al caso, ma i Templari, nel loro pellegrinare, non avevano certo da dosare gli ingredienti! Infatti, quanto riuscivano a reperire doveva bastare. Questo è il mio stesso spirito! Per assicurare il profumo ed il sapore dell'alloro, sono necessarie le foglie fresche, che devono essere belle, lucide e sane!  Sopra alle foglie disporremo l'impasto completo. Gli ingredienti per la nostra "pasticceria spicciola" in questo caso sono: miele, uva,  mele, fichi secchi, qualche nocciola schiacciata, insomma quello che c'era. Come già ebbi a dire: "Se poi c'è anche la fortuna, il risultato è garantito"

Si rimescolano insieme tutti gli ingredienti, quindi si vanno ad assemblare piccole parti di impasto sulle foglie di alloro, sagomandone la forma, proprio sulla pagina inferiore (ovvero: la parte liscia della foglia rimane visibile).
Posti in una teglia ampia e cotti nel forno a temperatura di 180° saranno pronti in 20 minuti circa (si vede che la cottura è completa quando cambia il colore)
Disposti su di un piatto, i piccoli "pani" spolverati di zucchero a velo, faranno una gran figura! Forse risulterà ovvio, ma è bene specificare che, prima di assaggiare questa profumatissima specialità, fragrante, tiepida o fredda, si deve togliere la foglia (anche se c'è chi se la mangia, dicendo che è piacevolmente croccante...)

Non preoccupatevi nemmeno tanto della temperatura del forno, i Templari cuocevano su fuochi liberi, magari sulla pietra calda di un focolare di fortuna, non usavano lievito perché non avevano il tempo di aspettare che facesse effetto nell'impasto... dovevano "scappare" sempre, spero non sia così anche per noi e rimanga il tempo da dedicare alla sperimentazione, almeno in cucina, con le poche risorse che passa il convento. 






2 commenti:

  1. Che bella ricetta Marta, voglio provare a farli, il cavolo e' venuto buonissimo, ti faro' sapere anche di queste particolari bonta', grazie delle ricette e dei tuoi bellissimi racconti, buona serata Laura.

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  2. Sono contenta che questa ricetta ti incurisisca e speriamo non ti deluda! :-)
    Buona giornata!

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