Pane con le uvette
Si può davvero considerare un parente povero del blasonato "pandolce genovese"? Direi che non è vero, di povero c'è davvero poco. Il pane con le uvette è talmente ricco, che solo a nominarlo mi mette allegria... La prima volta, che ho avuto modo di gustarlo, ero di passaggio in un piccolo paese dell'entroterra, reso celebre da un particolare fenomeno erosivo detto "Fungo" concretizzatosi nei secoli, in un blocco di conglomerato, addossato al costone di un colle scosceso, posto all'ingresso del paese di Piana Crixia (al confine fra la Liguria ed il Piemonte).

Ovvio che ho provato a riprodurlo, non appena ne ho avuta l'occasione, mettendo a punto il mio pane con le uvette, quello da "bella figura" non tanto per l'aspetto, quanto per il sapore speciale.

Solitamente preparo piccoli pani, monoporzione, per garantire a tutti coloro che lo consumano una grande quantità di zucchero, a completamento della crosta che lo racchiude. Internamente, le uvette devono essere "abbondantissime" morbide e scure.
L'uva passa deve essere ammollata in acqua e rum. Solitamente io la metto a bagno sin dal mattino, per impastare poi tutto nel tardo pomeriggio, quindi consiglio di lasciare le uvette parecchie ore in ammollo. Scoliamole e mescoliamo con la farina asciutta, aggiungendo anche un po' di semi di finocchio e il lievito di birra (sciolto in acqua tiepida o latte, in particolare usando quello liofilizzato). Dal momento che le uvette in quantità consistente impedirebbero al pane di lievitare bene, consiglio di abbondare un po' con le dosi. Se usate lievito liofilizzato considerate che per 8 etti di farina serviranno due bustine.

Se preferiamo produrre un unico grande pane, sarebbe opportuno porre il nostro "salame" già sulla teglia che useremo per infornare, dopo aver raggiunto il grado di lievitazione necessario. Se invece desideriamo produrre piccoli pani, monodose, dovremo frazionare l'impasto e, dopo aver formato delle piccole forme a ciambella, le poseremo su di una teglia ampia, lasciando spazio intorno ad ogni pezzo, affinché non si tocchino, attaccandosi fra loro. Prima di infornare, sarà opportuno preparare una glassa leggera che andremo a spennellare sul pane (indipendentemente dal formato prescelto).

E' bene compiere questa operazione prima che abbia raggiunto la sua completa lievitazione e magari ripeterla due volte, aggiungendo un'abbondante sfarinatura di zucchero, prima di infornare a 180 gradi
La cottura deve essere più o meno protratta, in relazione al formato prescelto. Quando sforneremo il nostro pane, dovrà essere colorato all'esterno e morbido all'interno. Non lasciamolo troppo nel forno, si asciugherebbe troppo, perdendo la fragranza e l'umidità che deve contraddistinguerlo. Ancora caldo lo arricchiremo spennellando di glassa e lo cospargeremo di zucchero raffinato, per formare quella speciale crosticina che incanta...

Dal momento che associo il pane con le uvette al "Fungo di Piana Crixia" mi sembra addirittura che la sua consistenza lo ricordi un po'... Sarà una mia idea? Cambierò forma, la prossima volta potrei fare i funghi alle uvette, mantenendo però questa stessa ricetta...
Marta che buoni, domani compro l'uvetta, a me non piace tanto il rum, posso mettere un altro liquore, voglio fare i pani piccoli come hai fatto tu, sono una delizia!!!Buona serata, con affetto Laura.
RispondiEliminaCiao Laura, sai che ne abbiamo già fatto fuori una buona metà, sono speciali. L'unica cosa, avevo davvero messo troppo zucchero... Prima di mangiarli li sbattiamo bene, per far cadere quello in eccesso, anche a favore della dieta. Ti pare? Sei tu vero quella che dice:" se non ti vede nessuno, non ingrassa..." Ma non è del tutto vero. Ciao, buona serata.
EliminaHai ragione cara Marta, si ingrassa, eccome, io i dolci li preparo quando ci sono i ragazzi, mangiano loro, noi facciamo piccoli assaggi, il tuo pane con l'uvetta provo a farlo quanto prima e poi ti dico come mi e' venuto, metto poco zucchero, :-) bacioni!!!
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