Che bello il "mercatino"
Adesso possiamo riscoprire anche noi le vecchie e belle cose, rimaste ammucchiate in scantinati e soffitte. A molti piacciono ancora, perchè le ricordano, altri invece le scoprono per la prima volta.
Ricche di patina vecchiotta ci lasciano ancora sognare e sono rassicuranti. Sì perché oggi, le pesanti conche e gli ingombranti bauli, non sono più oggetti d'uso comune, vengono classificati come "complementi d'arredo".
Anche se, ai minimalisti, l'argomento non interessa, i mercatini dell'antiquariato, o meglio "delle pulci" si riempiono ogni volta di colorati e nostalgici personaggi, alla ricerca di pezzi evocativi o da collezione. Ebbene, anche io li frequento, nella duplice veste di venditore ed acquirente.
Sicuramente sì e da quel momento assurgeranno a miglior vita e maggiore considerazione, magari esibiti, in bella mostra, per dare carattere ad un arredamento "troppo anonimo"
Fascino d'altri tempi che parla di miseria (per chi l'ha vissuta e la ricorda) ma tutto, fortunatamente, è relativo. Certe delle cose esposte hanno un grande valore, magari non sempre riconosciuto dal "mercante" che talvolta è senza esperienza.
Capita ancora, per questa improvvisazione generale, di fare acquisti fortunati. Facilmente, però, avviene il contrario, infatti ci si espone spesso a prendere fregature colossali. Diffidate da chi non ha un listino prezzi scritto e non pone cifre, ben leggibili, sul pezzo in vendita. Chi compra si lascia tradire dallo sguardo voglioso e interessato, se il prezzo non è esposto, il venditore, disonesto, spesso ci prova e "spara". Comunque, per fare acquisti fortunati deve esserci una grande preparazione da parte dell'acquirente.
Comunque, quello dei "mercatini delle pulci" è un piacevole ambiente di lavoro, non ci sono rivalità fra "concorrenti" visto che ogni espositore propone cose diverse, anche se simili; nonostante ci sia chi si specializza in un unico genere, ci può sempre essere la sorpresa di accostamenti bizzarri e disarmonici, che spesso, strappano un sorriso. Quello che io non ho e non avrò mai, nonostante le numerose fiere e partecipazioni, è la capacità di trasportare cose fragili, senza fare, ogni volta, irreparabili danni. Invidio tanto chi porta lampadari, cristalli e porcellane, ai mercatini, senza doversene pentire. Per come sono fatto io, ritengo sia preferibile trattare oggetti piccoli, pesanti e decisamente molto robusti.
Le foto sono state scattate al mercatino di Pieve di Teco, sopra ad Albenga (SV)
i contenuti sono stati forniti da Carlo, che ama definirsi: "ambulante di cose vecchie"
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