Armonia nel bosco
Vivo in una delle zone più “verdi” d’Italia, ricca di foreste, dove grandi alberi secolari silenziosamente vegetano e crescono, indipendentemente dal fragore della civiltà.
In questa stagione autunnale, inizia la stagione dei funghi ed i boschi si popolano di sconosciute presenze, che violano e contaminano il silenzio, con stonati suoni profani. Troppo spesso si tratta di “predatori scellerati” senza rispetto e di poca cultura “boschiva” che schiacciano e distruggono, rovistando malamente alla base delle piante. Non parliamo poi dei cacciatori, che spesso, con orde di cani latranti, ignorano impunemente lo spazio privato, armati di fucile, pronti a sterminare cinghiali e caprioli con l’alibi della selezione.
Questa è la realtà che si vive, frutto di una civiltà
“mascherata” ed “arraffona”.
Che dire, inoltre, di coloro che, proprietari dei boschi, non li curano affatto, per lamentarsi nel momento in cui il fuoco, spesso causato da altri scellerati, avanza a lambire le case?
Sentendomi il peso della colpa, sulle spalle, soffro, per quei castagni maestosi, cattedrali viventi, degne soltanto di attenzione e rispetto.
Temo per il loro destino.
Egoisticamente temo anche per il mio
destino, per la mia casa, accerchiata da boscaglie incolte, tristemente
soggette al fuoco.
Che cosa si deve fare?
Forse sarebbe opportuno qualche passo
indietro, per riconquistare la rispettosa cultura del bosco. Quella dei
boscaioli veri, che vivendo delle “misere” ricchezze del bosco, lo
rispettavano, curandolo con amore: Tagliavano la legna da ardere, producevano il carbone vegetale,
raccoglievano le castagne ed i funghi, incrementando l’economia rurale con la
vendita dei diversi prodotti
.
.
Perché non sostenere questo ritorno, adesso che
la crisi ci affligge?
Perché non favorire anche chi riesce a fare scelte scomode,
sforzandosi di andare controcorrente?
Perchè importiamo dalla Cina, anche i castagni infetti?
Meglio evitare facili e sterili polemiche,
guardiamoci dentro, piuttosto che alle spalle.
Mi piace solo pensare che tutti questi alberi secolari,
possano custodire memoria e segreti antichi, e che almeno loro siano e rimangano "originali".
Soltanto loro potrebbero rivendicare diritti: sono lì da sempre,
già da prima che io nascessi…
Immobili e taciturni, contribuiscono a preservare l’ecosistema perfetto del bosco, ricco di
biodiversità e di armonia. Impavido cuore, della foresta, costituiscono l’unica, fantastica e magica
architettura, che nonostante il frusciare delle fronde nel vento, rimane armonia e non è mai stonata.
(Strada megalitica del Bosco delle Faje) |
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